Nelson #teatrosbloccato
Per #TEATROSBLOCCATO abbiamo avuto il piacere di conoscere più da vicino la Compagnia Anfiteatro - Progetto Piattaforma di Unoteatro, realtà artistica brianzola che dall’8 all’11 marzo è stata protagonista di un progetto di teatro per ragazzi costruito sulla figura di Nelson Mandela e più in generale sul tema della giustizia riparativa.
Il regista Giuseppe Di Bello e l’attore Marco Continanza hanno dato vita a quattro giorni di prove e di riflessioni, culminati con la trasmissione in streaming per alcune classi delle medie e delle superiori di NELSON seguito da un proficuo momento di incontro e confronto tra compagnia e pubblico sulle tematiche proposte, del quale si trova testimonianza nelle pillole del #Teatrosbloccato.
Scritto e diretto da Giuseppe Di Bello, e interpretato da Marco Continanza, NELSON è la storia di un grande uomo che ha combattuto le ingiustizie dell’apartheid in Sudafrica e ne ha pagato le conseguenze in prima persona con ventisette lunghi anni di prigionia, ma che alla fine ha trionfato, sconfiggendo quella politica discriminatoria razziale e diventando il primo capo di stato di colore del suo paese.
Dov’è quell’angolo del nostro cervello o del nostro cuore in cui nascono le idee “buone? È davvero un mistero, soprattutto se si considera una vita come quella di Nelson Mandela, nato in una nazione oppressa dal razzismo, dalla violenza che questo ha generato e dal suo “evolversi” nel terribile regime che è stato l’apartheid. Un sistema senza pietà che ha vessato lui, la sua famiglia e il suo popolo e che infine lo ha rinchiuso in un carcere su una piccola isola in mezzo all’oceano solo per le sue idee, per ben ventisette lunghi anni. Una condizione che non solo non è riuscito a piegarlo ma, cosa più incredibile, sembra avergli offerto l’opportunità di maturare una profonda umanità, cosa che gli ha permesso di elevarsi tra i grandi spiriti della storia dell’uomo.
Ripercorrendo la vita di una fra le figure più influenti del secolo scorso, dalla sua infanzia fino all’elezione a Presidente della nazione, Giuseppe Di Bello ha messo in scena il racconto di un uomo che credeva che nessuno nasce odiando un altro per il colore della sua pelle, per la sua storia o per la sua religione. Semplicemente perché le persone imparano ad odiare. E se possono imparare ad odiare, allora può essere insegnato loro anche ad amare. Perché per la natura umana l’amore è un sentimento più naturale dell’odio.
In EVIDENZA per te